Giai Phong! Un incontro che ti cambia la vita


Nel 1977 Eugenio Finardi (per il quale all'epoca mi occcupavo di promozione discografica) mi consigliò di leggere "Giai Phong!" ("pong", non "fong") di Tiziano Terzani, giornalista italiano e corrispondente di guerra per Der Spiegel. Il libro, per chi non lo conoscesse, è la cronaca della liberazione di Saigon che segnò ufficialmente la fine della guerra in Vietnam. Lo lessi e poi per molti anni quasi mi dimenticai di quel giornalista alto, baffuto, sorridente, ma soprattutto incazzoso come solo un toscano sa essere. La cosa non fu difficile perché, a meno di non conoscere il tedesco ed essere un attento lettore di Der Spiegel, di sue corrispondenze in Italia se ne vedevano sempre poche.
Era uno spirito troppo indipendente per poter essere amato e rispettato dalla casta giornalistica italiana, ma questo lo avrei capito molto più avanti, più o meno nel 2002.
Una sera, mentre a cena si parlava della sempre maggior influenza dell'Oriente nell'economia occidentale, un amico mi fa: "Ma tu lo hai letto "Un indovino mi disse"?
Fu una straordinaria scoperta perché mi trovai di fronte ad un uomo molto diverso da quello che avevo conosciuto più di vent'anni prima e questo mi fece venir voglia di approfondire, leggendo tutto quel che mi ero perso nel frattempo. Così ho incontrato una persona dotata di un'intelligenza ed un'umanità sconfinate che mi ha aiutato a capire qualcosa di più di me stesso e della vita e mi ha aperto gli occhi sul perché, da sempre, al contrario di Cristoforo Colombo, provo fortissimo il desiderio di "Buscar el poniente por el levante".



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