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Pishing Follies

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Come tutti ricevo la mia buona dose di tentativi quotidiani di phishing ed inculature varie: Poste, banche, truffe alla nigeriana, Valentin e Elena che vogliono una stufa ma andrebbero meglio i soldi, ecc. ecc. Ormai non ci faccio neanche più caso e butto tutto nel cestino quasi in automatico. Ultimamente però sono stato colpito dalla fascinosa Mireille Dadiè da Abidjan che mi manda anche quattro foto (è davvero un bel cioccolatino, mmmh!) e che mi dice che se l'aiuto a recuperare il paio di milioni di Euro che le ha lasciato il papà e che per qualche misteriosa ragione lei non può ritirare, me ne dà 35.000. La cifra non è un granché, ma Mireille è buona e generosa e quindi mi lascia intendere che se sarò molto carino con lei, chissà... Potrebbe addirittura decidere di condividere con me il malloppo e donarmi il suo palpitante cuoricino con annessi e connessi! 

La voce del padrone non è digitale

Alcuni giorni fa mia moglie ha riportato da Praga un grammofono come questo, che avevo acquistato da un rigattiere di Vinohrady l'inverno scorso e lasciato a casa di amici perché ero già stracarico di bagagli. Si tratta di un "His Master's Voice - Model 101" prodotto in Inghilterra dal 1927 al 1931 e venduto, all'epoca, da un negozio praghese la cui etichetta metallica fa ancora bella mostra di sé di fianco al piatto. Roba da signori, in quegli anni: in Inghilterra il Model 101 rivestito in pelle nera (come il mio) costava 7 sterline. Se lo volevate blu (come quello del video) oppure bordeaux, dovevate tirare fuori altri 50 pences. Poca roba? Mica tanto, se si pensa che gli stipendi medi di quegli anni si aggiravano sulle 2-3 sterline al mese! Io l'ho pagato una sessantina di Euro ed ho fatto un ottimo affare dato che è in condizioni perfette mentre su Internet ho visto esemplari in condizioni precarie venduti a 120-150 Euro. Ieri, mentre lubrificavo gli ingr

Thailandia per stomaci delicati

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La Thailandia è un paese bellissimo ed io, un po' alla volta, sto cercando di girarla in lungo e in largo. Per ora sono stato due volte a Bangkok e al nord durante un viaggio verso il Laos, altro paese meraviglioso. Tutta l'Indocina è splendida. Almeno così immagino, dato che in Cambogia ed in Vietnam non sono ancora stato ma conto di farlo presto, lavoro permettendo. Sono, o almeno mi sforzo di essere, un viaggiatore. La differenza rispetto al turista è sostanziale: quest'ultimo viaggia possibilmente in gruppo, prenota il "tutto compreso" da casa, non cerca e non vuole imprevisti o sorprese. Se poi, al ritorno dalla Thailandia, vi racconta che è stato in vacanza a Pattaya, allora vuol dire che è andato semplicemente a troie. Pattayà (con l'accento sull'ultima sillaba) è un'anonima località balneare a sud di Bangkok con un mare orrendo ed un'elevatissima densità di go-go bars per abitante. Praticamente un "maialificio" dove non c'è

Giai Phong! Un incontro che ti cambia la vita

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Nel 1977 Eugenio Finardi (per il quale all'epoca mi occcupavo di promozione discografica) mi consigliò di leggere "Giai Phong!" ("pong", non "fong") di Tiziano Terzani, giornalista italiano e corrispondente di guerra per Der Spiegel. Il libro, per chi non lo conoscesse, è la cronaca della liberazione di Saigon che segnò ufficialmente la fine della guerra in Vietnam. Lo lessi e poi per molti anni quasi mi dimenticai di quel giornalista alto, baffuto, sorridente, ma soprattutto incazzoso come solo un toscano sa essere. La cosa non fu difficile perché, a meno di non conoscere il tedesco ed essere un attento lettore di Der Spiegel, di sue corrispondenze in Italia se ne vedevano sempre poche. Era uno spirito troppo indipendente per poter essere amato e rispettato dalla casta giornalistica italiana, ma questo lo avrei capito molto più avanti, più o meno nel 2002. Una sera, mentre a cena si parlava della sempre maggior influenza dell'Oriente nell'eco

Quando il destino ti prende in parola...

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Il 17 febbraio di due anni fa, scrivendo quello che per quasi due anni e mezzo sarebbe stato l'ultimo post, dichiarai che "adoro i gatti neri". Mai avrei pensato che di lì a poco il destino mi avrebbe preso così tanto in parola. Nell'estate di quell'anno, Minnie, una soriana abbandonata alla quale avevamo offerto rifugio, ce ne ha regalati ben quattro: Tyson (il più robusto), Ella (come la meravigliosa Ella Fitzgerald), Fusillo (sempre pronto a fare le fusa) e Squiky (perché da piccolo, più che miagolare, "cigolava"). Oggi Tyson vive a Pesaro dove ha messo su famiglia, Fusillo purtroppo è scomparso nel nulla, mentre Ella e Squiky sono rimasti con noi. Di gatti ne ho avuti tanti, ma mai nessuno delicato e affezionato come loro: mai un morso, mai un graffio nemmeno per giocare, ma solo una devozione totale, quel tipo di attaccamento che chi non conosce a fondo i felini attribuirebbe solo ad un cane. Sono ormai due anni che quotidianamente i gatti neri mi s

La linea dell'orizzonte

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Per chi crede che la terra sia piatta è la "finis terrae", il bordo del piatto. Per chi crede che sia una sfera orbitante nell'universo, è il punto d'intersezione della sfera con la tangente alla sua superficie. Per chi non ha credenze, ma solo dubbi e infinita curiosità di sapere, è solo un fastidioso ostacolo da dover superare. Sempre e comunque.