La voce del padrone non è digitale



Alcuni giorni fa mia moglie ha riportato da Praga un grammofono come questo, che avevo acquistato da un rigattiere di Vinohrady l'inverno scorso e lasciato a casa di amici perché ero già stracarico di bagagli. Si tratta di un "His Master's Voice - Model 101" prodotto in Inghilterra dal 1927 al 1931 e venduto, all'epoca, da un negozio praghese la cui etichetta metallica fa ancora bella mostra di sé di fianco al piatto. Roba da signori, in quegli anni: in Inghilterra il Model 101 rivestito in pelle nera (come il mio) costava 7 sterline. Se lo volevate blu (come quello del video) oppure bordeaux, dovevate tirare fuori altri 50 pences. Poca roba? Mica tanto, se si pensa che gli stipendi medi di quegli anni si aggiravano sulle 2-3 sterline al mese! Io l'ho pagato una sessantina di Euro ed ho fatto un ottimo affare dato che è in condizioni perfette mentre su Internet ho visto esemplari in condizioni precarie venduti a 120-150 Euro. Ieri, mentre lubrificavo gli ingranaggi e lucidavo l'esterno con la cera per la pelle, mi sono casualmente ritrovato a riflettere su di una e-mail di lavoro che ho ricevuto la settimana scorsa da parte di un "povero bischero". Mi scuso per la definizione un po' sbrigativa, ma non saprei come altrimenti definirlo. Eccola qui:

Salve,
ho visto la pubblicita' della vostra rivista sul sito ................ Scusatemi se vi faccio "perdere tempo" perche' non ho intenzione di comprare la vostra rivista, il motivo per cui vi scrivo e' per una mia semplice curiosita': ma non pensate che una rivista cartacea sia ormai "superata"? Per di piu' pubblicizzata su un Forum di Modellismo dove ogni giorno migliaia di utenti pubblicano informazioni, news, consigli ed esperienze? Gratis! Ed il ................ non e' l'unico luogo, esistono forum come .................. o .................... luoghi dove reperire o richiedere informazioni. Se poi si conosce l'inglese la lista dei posti dove ricercare notizie si estende a dismisura... insomma chiedo a voi (come vorrei chiedere a tutte le testate giornalistiche "cartaceee") ma vi pare una via ancora valida da seguire quella di arrivare all'utente finale sotto forma di rivista in edicola se la stessa identica cosa (forse perfino migliore) si puo' procurare liberamente e gratuitamente online? Non era meglio aprire un sito internet ben strutturato con il quale guadagnare con la pubblicita' e con le affiliazioni ai siti che commerciano in modellismo?
Perdonate la mia intrusione solo che la domanda mi e' sorta spontanea...

Saluti
(segue firma)

Che diavolo c'entra il mio grammofono d'antan con queste poche (ma ben confuse) idee espresse in maniera un po' sgrammaticata? Beh', tocchiamoci le palle ed ipotizziamo che il 21 dicembre 2012, come previsto da qualche squinternato convinto di averlo letto sul calendario dei Maya, un cataclisma sconvolga la terra e buona parte della razza umana (incluso il sottoscritto ed i suoi affini) venga annientata. La mia casa scomparirebbe in una nuvola di macerie. I miei computers e tutte le diavolerie elettroniche di cui mi circondo finirebbero in briciole con me ed anche il povero "Model 101", pur passato indenne attraverso una guerra mondiale, l'occupazione tedesca prima e quella sovietica poi, non sopravvivrebbe al colpo finale. Ipotizziamo però che per uno di quegli strani scherzi che a volte fa il destino, uno dei fragili 78 giri di gommalacca si salvi e resti integro sotto ad un mucchio di terra assieme ad uno dei tanti CD dei quali la mia casa è piena. Dissolvenza a nero. Titolo: "2500 anni dopo". Scena: scavi archeologici in quella che 2500 anni prima era una zona urbanizzata dell'alto Lazio. Giovane e bella archeologa (potendo scegliere...) al lavoro fra i ruderi di quella che in tempi remoti doveva essere una civile abitazione. Improvvisamente, da una cavità sotto ad una trave portante in cemento armato, emergono due oggetti che la ragazza non ha mai visto prima. Si tratta di due discoidi di differenti dimensioni, con un foro al centro. Quello più piccolo è fatto di un materiale translucido che un tempo forse è stato trasparente ed è ricoperto da una sottilissima lamina metallica che, esposta all'aria, si sfalda e si polverizza all'istante. Cosa fosse ed a cosa potesse servire è un mistero probabilmente destinato a rimanere tale. L'altro discoide è più interessante: più grande e pesante, è nero e lucido ed ha una curiosa superficie ricoperta da una fitta spirale di solchi grandi quanto un capello che, sotto ad una potente lente d'ingrandimento, mostrano di essere pieni di ondulazioni irregolari. Al centro vi è un foro, più piccolo di quello del discoide translucido, circondato da un cerchio rossastro di qualche centimetro di diametro sul quale si riesce ancora ad intravedere una curiosa immagine formata dalla testa di un cane (s'intuisce anche il corpo, ma è troppo rovinato) che osserva attento un curioso oggetto imbutiforme. Attorno all'immagine si riconoscono alcuni caratteri dell'antichissimo alfabeto usato da quelle popolazioni, ma di quelli se ne occuperanno i paleografi. La nostra bella archeologa invece è affascinata dal mistero di quei solchi pieni di polvere e detriti. Li pulisce un po' col pennellino di martora, ma in alcuni punti le incrostazioni sono molto resistenti. Cerca qualcosa per grattarle via, ma non ha nulla a portata di mano eccetto il suo tesserino di riconoscimento in sottilissimo, ma resistentissimo materiale plastico. Inserisce un angolo del tesserino in un solco e mentre spinge via i detriti sente una lieve ma ben distinta vibrazione fra le sue lunghe dita affusolate. Emozionatissima, ci riprova lungo un solco più pulito del precedente. MUSICA! Non c'è più alcun dubbio: quelle vibrazioni non sono altro che musica incisa in quei solchi che oggi la restituiscono pressoché intatta dopo oltre due millenni!

Ora capisci perché, mio povero bischero, a dispetto delle tue superficiali e grossolane convinzioni, io e tanti altri a questo mondo continuiamo ad avere una fede cieca nella carta stampata? Perché se tutto fosse digitale, on-line ed "in tempo reale", nel giro di pochi anni lo scibile umano sarebbe FUBAR: "Fucked Up Beyond All Recognition". Se gli Esseni avessero usato i floppy disks al posto dei rotoli di rame, magari oggi la Chiesa non si troverebbe di fronte a documenti per Lei imbarazzanti, se gli egiziani avessero archiviato tutto su CD invece che sui papiri, oggi di loro sapremmo molto meno di quel poco che già sappiamo e se Leonardo, invece di scrivere in maniera speculare si fosse affidato ad un buon programma di criptazione per poi archiviare tutto su DVD... ti saluto! La rivoluzione digitale ha cambiato il mondo nell'arco di pochissimi anni, ma questa tecnologia ha un limite enorme: è volatile, non duratura. Chi non è stupido lo ha capito da un pezzo e si guarda bene dall'abbandonare i vecchi, tradizionali strumenti analogici. E' anche per questo, cari bischeri di tutto il mondo, che io continuo a pubblicare riviste di carta e a dormire sonni tranquilli mentre Glenn Miller, incurante degli anni che passano e dell mistero che avvolgerà per sempre la sua scomparsa, continua a suonare Chattanooga-Choo-Choo.

Commenti

Nico ha detto…
Cavolo.. mi immagino moonlight serenade che brividi deve far venire con quel grammofono...

invidia..
SR-71 ha detto…
Non sono d'accordo, gli hard disk sono di metallo, e le informazioni sono molto piu' resistenti della carta e del (orrore) vinile.
Tra mille anni il vinile non sara' altro che polvere, idem per la carta di oggi (che e' completamente diversa da quella di anche solo 50 anni fa').
Quindi se vuoi tramandare ai posteri la pregevole opra tua (che leggo sempre con piacere), meglio un bel backup.

Ammetto pero' che sono prevenuto verso i dischi di vinile, troppe fregature in passato: dischi suonati una volta (su giradischi ultra sofisticati costati una fortuna e puntine costate di piu') e subito rovinati.
Case discografiche ladre e profittatrici, si meritano la pirateria di adesso (che non approvo e non pratico, sia chiaro !).

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